Pensieri: Cicatrici

“Guardo tutto velocemente. Consumo ciò che vedo con noncuranza. Sel mio passato non ricordo nulla. Ho bisogno di vivere sempre più in fretta. Ho l’impressione che la vita mi sfugga. Sto perdendo la memoria ed il senso di ciò che faccio.

Vivo nel presente senza voltarmi mai indietro. Non ho nulla cui ancorare i miei sentimenti. Non ho tempo per mettere radici. Non ho tempo per affezionarmi ai luoghi e alle persone.  Non ho tempo per amare, o per odiare.

Mi guardo allo specchio. E’ il primo gesto alla ricerca di di me. Guardo la mia faccia; ho già le rughe. Guardo questi segni che il tempo ha inciso sulla mia pelle. IL tempo che è passato e che mi ha tenuto compagnia nonostante la mia fuga dal tempo.

Guardo un pezzo dopo l’altro il mio corpo. Ho una cicatrice sotto il mento, un’atra sul ginocchio e due sul braccio. Ricomincio dalle storie delle mie cicatrici. Mi fermo, rallento pulsazioni, respirazione, parole, sguardi.

Dalla storia del mio corpo cancellato estraggo i miei primi ricordi…”

Anna

Citazioni: Fotografia e Liberazione

“…Mano a mano che diventavo più esperto l’aspetto tecnico delle fotografie si faceva via via meno importante diventando sempre meno per me una fonte di preoccupazione. Ancora una volta mi sentivo trasportare verso gli aspetti maggiormente esperienziali della fotografia.

Iniziai così a rendermi conto che il fare fotografie significava per me qualcosa di più che non semplicemente produrre delle belle immagini, era infatti un modo per entrare in una più profonda connessione con il mondo.

Stava accadendo qualcosa che all’epoca trovavo difficile esprimere a parole. Da adolescente insoddsfatto mi ero istintivamente rivolto alla fotografia per trovare nuovi stimoli.

E la fotografia non rappresentava un corso di studi obbligatorio come la maggior parte delle altre mie attività quotidiane. Non è dunque strano che essa divenne ben presto il mio principale sfogo creativo oltre che la mia personalissima modalità di cura…

Da: Philippe L. Gross. The Tao of Photography. Ten Speed Press, New York 2001.

Esercizio: La presentazione

L’esercizio che ti propongo oggi è assolutamente in linea con le nuove tendenze in merito di relazioni telematiche.

In realtà però questo è soltanto un pretesto per costringerti a focalizzare la tua attenzione su alcune parti di te che forse non sempre tieni in debita considerazione.

Immagina di aver incontrato una persona sulla rete. Può essere accaduto interagendo con un/una blogger o nel corso di una chat, o di una BBS. Non è una cosa poi tanto difficile da immaginarsi, giusto?

E ora immagina di dover decidere come presentarti a questa persona. Chiaramente ne sei piuttosto interessato/a, o forse dovrei dire…affascinato/a e pertanto vuoi inviarle una immagine di te che ti rappresenti, ma soprattutto di descriva al tuo meglio.

Che tipo di immagine scatteresti per questo scopo?

Ti pregherei di resistere alla comprensibile tentazione di cominciare a scartabellare nella cartelle delle fotografie presenti nel tuo computer e di realizzare invece una immagine ex-novo. In questo modo potrai presentarti con il tuo aspetto attuale (che ti piaccia o no…oggi sei così).

Pertanto dovrai decidere, che taglio dare alla foto (solo volto, o figura intera?) come vestirti, che tipo di background porre sullo sfondo dell’immagine, se includere qualche altra persona nella foto, se circondarti di un qualche oggetto particolare che ritieni possa essere un utile completamento della tua personalità.

E adesso scatta. Scatta e rivedi e correggi e riscatta finchè non sarai soddisfatto del risultato raggiunto. Chissà…una foto del genere potrebbe sempre servirti…la vita è piena di sorprese!

Workshops: Updates 2.0

Si avvisano tutti gli interessati al workshop “Auto-Foto-Terapia” programmato in data 25-26 giugno che sono state attuate alcune modifiche relative all’organizzazione, per meglio rispondere alle diverse esigenze dei partecipanti.

Il workshop del 25-26 giugno si terrà a Rimini presso la sede del British Institute in via XX Settembre, n° 122, Rimini (vicino all’ Arco d’Augusto)

In questo caso ogni partecipante sarà libero di organizzare individualmente il pernottamento e di scegliere tempi e modalità del soggiorno a Rimini, data anche l’ampia e diversificata capacità ricettiva della città. Restano comunque compresi nella quota i due pranzi di lavoro del sabato e della domenica, che verranno consumati insieme. Il costo del Workshop rimane invece invariato (220 euro).

Per confermare la prenotazione al corso che si terrà a Rimini, è richiesto un versamento di 50 euro tramite vaglia postale (intestato a: Dott. Fabio Piccini, via Giordano Bruno, n°13, 47921, Rimini) entro e non oltre lunedì 23 maggio 2011.

Workshops: Updates 1.0

Si avvisano tutti gli interessati al workshop “Auto-Foto-Terapia” programmato in data 18-19 giugno che sono state attuate alcune modifiche relative all’organizzazione, per meglio rispondere alle diverse esigenze dei partecipanti.

Il workshop del 18-19 giugno si terrà presso l’agriturismo “La Conca”, località Paradiso, n° 16, 52037 Sansepolcro (AR).

Qui si potrà soggiornare presso un antico casale in pietra, accuratamente ristrutturato, con piscina, completamente  immerso nella natura delle colline toscane. Il prezzo del pernottamento del sabato notte in camera doppia è pari a 40 euro. Nella cifra sono compresi la colazione della domenica mattina, due pranzi di lavoro e la cena del sabato sera, che saranno preparati e consumati insieme presso l’agriturismo nella taverna riservata al gruppo. Per chi voglia usufruire della camera singola è previsto un supplemento di 10 euro.

Il costo del Workshop rimane invece invariato (220 euro).

Per confermare la prenotazione al corso che si terrà a Sansepolcro, è richiesto un versamento di 50 euro tramite vaglia postale (intestato a: Dott. Fabio Piccini, via Giordano Bruno, n°13, 47921, Rimini) entro e non oltre lunedì 16 maggio 2011.

Citazioni: La barriera

La macchina fotografica rappresenta una sorta di barriera tra me e la realtà.

E quando devo affrontare qualcosa di particolarmente spiacevole, come ad esempio il mio infarto e la lenta riabilitazione in ospedale a NewYork nel 1971, il fatto di scattare foto mi aiuta molto.

Quando June ha dovuto subire questa complicata operazione nel 1982, mi accorsi di riuscire ad affrontare lei e il modo in cui il suo corpo si stava trasformando con molta più prontezza e coraggio ponendo una macchina fotografica tra i miei occhi e quelli di June.

E’ sempre stato così e penso, ad esempio, che un fotografo di guerra non riuscirebbe ad affrontare il sangue e la battaglia senza una macchina fotografica tra sè e gli orrori che riprende.

La macchina fotografica era un muro tra me e il dolore degli altri, altrimenti insopportabile…”

Da: Helmut Newton. Autobiografia. Contrasto, Roma 2004.

Esercizio: La mia dieta

Un esercizio di autoritratto molto particolare consiste nel fotografare la propria dieta.

Per dieta intendo in questo caso il regime alimentare, il tuo modo di alimentarti; ciò che mangi abitualmente. In altre parole l’esercizio che ti propongo consiste proprio in questo: per un’intera giornata, fotografare tutto quello che mangi un attimo prima di consumarlo. E quando dico tutto intendo proprio dire TUTTO!

Se il problema che ti stai ponendo ora è la disponibilità quotidiana della fotocamera ti ricordo che, per un compito così semplice, quella del tuo cellulare sarà più che sufficente.

A proposito! Sapevi che questo esercizio, se prescritto ad un individuo obeso, e protratto per tre mesi può aiutarlo a perdere fino al 15% del proprio peso corporeo senza bisogno di nessuna altra prescrizione dietetica? Se il tuo obiettivo è perdere peso questo esercizio potrebbe aiutarti.

Ma al di là di questo, noi non siamo mai realmente consapevoli del tipo e/o della quantità degli alimenti che ingeriamo ogni giorno. Nè del setting in cui questo consumo avviene.

Il fatto di fotografare la tavola, unitamente al piatto, alle posate e allo scenario circostante può darti in questo senso alcuni insight interessanti ed assolutamente imprevedibili.

I giapponesi usano dire: “Se guardi come un uomo mangia vedi com’è che prende la vita“. Mai proverbio è stato più vero. Prova tu stesso e vedrai…

Citazioni: In posa

Puo capitare che io sia guardato senza che lo sappia, e anche di questo non possoa parlare, dal momento che ho deciso di prendere per guida la coscienza del mio turbamento.

Molto spesso però (troppo, per i miei gusti), sono stato fotografato sapendo che lo ero.

Orbene, non appena io mi sento guardato dall’obbietivo, tutto cambia: mi  metto in un atteggiamento di “posa”, mi fabbrico istantaneamente un altro corpo, mi trasformo anticipatamente in immagine.

Questa trasformazione è attiva: io sento che la fotografia crea o mortifica a suo piacimento il mio corpo…

Da: Roland Barthes. La Camera Chiara. Nota sulla fotografia. PBE, Torino 1980.

Pensieri: I want to be a mum

Ho trovato meraviglioso e pieno di vita il progetto di Serena Salvadori “I want to be a mum recentemente premiato al FotoFestiwal di Lodz.

Mi è piaciuto il coraggio, la freschezza, il taglio, l’ingenuità, la vitalità e anche la paura che Serena ha saputo condensare nei suoi scatti.

C’è chi ha definito queste immagini troppo forti...Un termine curioso, che forse vuol significare crudo, o esplicito, pensiero comprensibile se guardiamo queste immagini con l’ottica dei fruitori di riviste glamour, di gran moda in questa parte del secolo.

Le fotografie di Serena Salvadori non esprimono certo glamour, nè pretendono di sedurre, ma si offrono piuttosto allo sguardo indiscreto dello spettatore offrendogli un assaggio dell’anima dell’autrice. Il problema è proprio questo, che bisogna riuscire a intra-vedere l’anima dell’autrice attraverso il suo corpo, cosa questa che purtroppo non riesce a tutti.

Dovendo scegliere il soggetto per un reportage, la fotografa ha scelto di mettere sè stessa davanti alla lente dell’obiettivo e questo fino ad oggi è riuscito davvero a pochi.

Per questi motivi mi piace Serena Salvadori, perchè è una donna con una sua personalissima visione…

Esercizio: Ritratto italiano

Oggi ti propongo un esercizio in tema con i festeggiamenti per il centocinquantenario dell’Unità d’Italia,

L’esercizio consiste nel realizzare un autoritratto italiano. Un autoritratto che parli della tuo essere italiano. Un autoritratto che dica a chi lo vedrà: “Io sono un italiano, un italiano vero…” Un autoritratto che ti mostri italiano al di là di ogni ragionevole dubbio.

Potremmo discutere a lungo (anche animatamente) sul significato di questo concetto ma, al di là di ogni facile ironia, il senso più profondo di questo esercizio è quello di spingerti a riflettere.

In che modo il fatto di essere nato e cresciuto in questo paese può avere segnato il tuo volto, le tue mani, il tuo corpo, la tua casa, il tuo lavoro, i tuoi hobbies, etc.?

Hai mai pensato come la tua vita potrebbe essere diversa se fossi nato e cresciuto ad Amburgo, o a Lione, o a Cardiff, ad Istanbul, o a Vladivostock?

Al di là della riflessione su come le differenze culturali ci segnano, credo che questo esercizio possa essere un’ottima opportunità per recuperare anche una fierezza dell’essere italiani che anno dopo anno va (ahimè) sempre più scemando.

Buon lavoro, dunque!